Buy on blurb
Anche io come altri ho percorso i luoghi abbandonati dell’ex Ospedale al Mare del Lido di Venezia. Non era la prima volta che mi trovavo in situazioni simili e che mi lasciavo prendere dal silenzio in cui sprofondano le cose abbandonate. Ma, tra gli spazi devastati dall’incuria e dal tempo, ci sono immagini che a volte con straordinaria forza trapassano ogni distanza e ci riportano alla contingenza di un gesto, di un frammento di vita, di un’abitudine. Per questo ho sentito il bisogno di cercare i racconti di chi in quei luoghi ha vissuto e operato, di ascoltare le voci dell’ex OAM. Ho così incontrato qualcuno che poi mi ha parlato di qualcun’altro e così via, lasciandomi portare dalle onde della memoria che in modi diversi man mano giungevano dalle conversazioni. Non è stato il tentativo di ricostruire fedelmente la vicenda dell’OAM. Ho cercato invece di avvicinarmi alle forme del ricordo, consapevole dell’arbitrarietà della memoria, nella sua valenza emozionale e sentimentale. A volte le immagini sono giunte a fiotti, bruciando ogni distanza con il passato, alternate a improvvisi silenzi; a volte sono affiorate lente ma imperiose. Portatrici di senso nel presente o bloccate in un passato troppo lontano, difficile da recuperare. Per questo motivo, ho cercato nella trascrizione di lasciare ai racconti il carattere frammentario con il quale mi sono giunti. Ho incontrato diverse persone e sempre, salvo una o due eccezioni, sono state felici di poter parlare della loro esperienza all’OAM. Tutte mi hanno trasmesso un forte senso di affezione e l’importanza che nella loro vita ha avuto l’aver condiviso un’esperienza fortemente comunitaria, di alto valore umano e professionale. Un messaggio che giunge forte, tanto più oggi e in questa città, nel disorientamento di legami sempre più incerti tra le persone, i luoghi, lo spazio e il tempo.
Anna Zemella
Venezia, 2013
more
VocidallexOAM3_parte_prima.SM.pdf (21.27 MB) VocidallexOAM4_parte_seconda.SM.pdf (7.98 MB)