Giardino superiore allo Spazio Arte Tempo per la collettiva Women. Campo del Ghetto nuovo, Venezia, dal 7 marzo.
"Lassù, sospeso tra la terra e il cielo, c’è un giardino di nuvole plasmato dalla luce e dal vento. La scoperta di un orizzonte senza esseri umani, dove la natura si svela e si nasconde mutando forma e colore in ogni momento, avviene nella terrazza di una casa dell’Isola d’Elba, sulla cima di una collina. È da questo angolo di mondo che la fotografa Anna Zemella osserva un paesaggio che immortala negli scatti selezionati per la mostra e che appare come un vero giardino sospeso. L’incontro con la luce la incanta, tanto che racconta di essersi sentita inizialmente spettatrice di un teatro silenzioso, ma dirompente. Osserva per ore la mutevolezza di quei vapori viaggianti, spinti da venti improvvisi o cullati da brezze leggere, e ne rimane incantata. Poi, lentamente, realizza di essere lei stessa nel giardino sospeso e si abbandona, entrando nel paesaggio luminoso. Lo scatto diventa testimonianza di un esserci e di una consapevolezza dell’eterno panta rei. La luce, regista di quelle apparizioni che a volte assomigliano a un dramma e altre a una vera e propria estasi, si dimostra sorgente irrefrenabile di vita. Il giardino sospeso, immagine evocata dai giardini di Gilles Clement, diventa quello spazio in cui luce, vapore, acqua, aria e vento partecipano a un’unica, perenne, vicenda. La voce della natura qui si trasforma in sibili e tuoni, il linguaggio in un alfabeto silenzioso che non racconta soltanto una storia, ma un susseguirsi di accadimenti che parlano direttamente al cuore di chi osserva. Le immagini diventano tracce di un mondo parallelo scandito dalla luce che ha sempre attratto la fotografa. Zemella si sposta però questa volta dall’acqua all’aria, rivelando una danza di luce che ondeggia tra sensualità delle forme e misticismo dei colori." testo di Vera Mantengoli